Scuola popolare di Filosofia > Archivio anni precedenti > Gli anni 2006-2010 > Filosofia e odore di brioche
E' trascorso quasi un altro anno e mezzo in questa avventura quotidiana che è Spazio dell'anima e l'esperienza ha aggiunto tanti elementi di riflessione personali e collettivi. La storia intorno a noi è andata avanti, la storia associativa di Spazi dell'anima è andata avanti e anche la mia storia personale. E' il momento giusto per una provocazione, per un salto di qualità, per chiedere a me e alla mia Bottega Filosofica di venire allo scoperto anche su un piano più professionale. E per sollecitare Spazi dell'anima a porsi come testimonianza 'viva' di qualcosa di nuovo e di diverso rispetto alla maggior parte del 'già visto', a partire dal suo essere 'Associazione' per identificare e condividere lo scopo condiviso dai suoi soci, la tensione, il progetto che ci accomuna. Crisi in greco antico significa un gran numero di cose tra cui: separazione, scelta, giudizio. Il verbo, krino, vuol dire anche decidere. In medicina si parla di giorno critico o di giorni critici: per Ippocrate (e per Galeno nel secondo secolo dC) è l’ora in cui la malattia si decide: o precipita nella morte o s’affaccia alla ripresa. È il punto di passaggio, di svolta. In greco, andare incontro al giudizio è letteralmente «entrare nella krisis», nel processo. Al tempo stesso crisi è intelletto all’opera: «L’uomo che non ha alcuna krisis non è in grado di giudicare nulla», scrive Johann Heinrich Zedler nell’Universal-Lexikon del 1737.
E allora eccoci: mi è piaciuto fare questa digressione sulla parola 'crisi' per recupererne tutto il contenuto positivo perchè sono stanca di sentir chiamare in campo la crisi che in questo momento interessa tutto il mondo, per lasciarsi alla stanchezza, all'istinto alla rinuncia a lottare, a chiedere e a chiedersi cose diverse e migliori.
Se 'crisi' vuol dire anche scelta, decisione, intelletto all'opera,
anche Spazio dell'anima è di fronte a una crisi, a un nuovo momento di crescita, alla necessità di una affermazione più precisa, più forte della sua vocazione, dei suoi caratteri distintivi.

Partiamo da me e dalla mia Bottega Filosofica: è ora di uscire allo scoperto, di cominciare, con umiltà e coraggio, ad operare come consulente filosofica, come formatrice, come coach in un modo che valorizzi la mia esperienza peculiare di filosofa, di metodologa e di manager all'interno delle organizzazioni, di lavoro e non. Sento che è il momento giusto per cominciare ad elaborare e proporre un mio approccio originale e per avviare insieme ad altri cantieri di ricerca e di sperimentazione in cui l'ascolto reciproco, il confronto e la contaminazione con altri studiosi e professionisti e con altre discipline e diversi approcci sia qualificante. E questo dove se non nello Spazio dell'anima e a partire dallo Spazio dell'anima come luogo fisico ma anche come metafora di un ambito di libertà interiore ed intellettuale da lasciar espandere.

Arriviamo a Spazi dell'anima: a due anni e mezzo dalla sua costituzione, la nostra associazione è in grado e deve - a mio parere che ne sono la mamma - emanciparsi dal legame 'genitoriale' e scegliere di assumere delle risponsabilità 'in prima persona' rispetto al desiderio, alla scelta e all'impegno a diventare se stessa. Pena l'accontentarsi di essere l'ennesima agenzia di promozione culturale - anche brillante, anche creativa, anche originale - ma niente di nuovo e di diverso dal già visto: qualcuno che organizza eventi e qualcuno che ne fruisce passivamente (non partecipando alla scelta e all'organizzazione) senza alcuna assuzione di rischio circa la realizzazione e il buon esito delle iniziative, nè mettendoci - donando - qualcosa 'del suo' oltre la quota associativa e il contributo spese richiesto.
Quando ho sognato e fatto in modo che ci fossero le condizioni perchè una tale associazione potesse esistere ambivo a qualcosa di più. Sento che il tempo per invitare a scegliere di 'essere qualcosa di più' è maturo. Le condizioni al contorno esprimono, seppur tacitamente, una domanda in tal senso. La collettività ha un gran bisogno di testimonianze della possibilità di impegnarsi in qualcosa che abbia a suo fondamento i valori della crescita, della condivisione, dell'assunzione di responsabilità in prima persona in un progetto condiviso ma totalmente 'libero', 'gratuito', 'reciproco' e 'simmetrico'. Niente paura, cercherò di illustrare meglio cosa intendo dire con questi termini.
Libero e gratuito, perchè l'adesione può essere solo un atto di volontà e di libertà individuale senza nessun ritorno garantito nè di tipo economico (del tutto escluso), nè altro se non la possibilità dl vivere una esperienza di costruzione di una identità collettiva, di agire comune, di sperimentazione di sè e di espressione dei propri talenti donando qualcosa di nostro agli altri, assumendo il rischio che il tutto funzioni o no. Dipenderà da ciascuno di noi in quanto singolo e dalla nostra capacità di essere e agire come gruppo.
Reciproco e simmetrico, la reciprocità è 'conditio sine qua non' perchè l'esperienza abbia possibilità di essere positiva. Senza un impegno alla reciprocità sarebbe troppo facile ricadere presto nella scorciatoia del 'denaro in cambio di', logica che sarebbe bello superare il più possibile; e anche la simmetricità delle relazioni risulta quasi una precondizione, in quanto sarà necessario che tutti maturino la consapevolezza del valore che il proprio contributo (a prescindere da ciò in cui si estrinseca) acquisisce per il gruppo e la collettività proprio in virtù del fatto di essere soprattutto dono di qualcosa di sè agli altri, mettendosi in gioco con generosità.

Fra due giorni Barack Obama assumerà la presidenza degli Stati Uniti, tutto il nostro mondo spera sia l'inizio emblematico di un cambiamento importante. Il 2009 sarà auspicabilmente anche un anno di cambiamento per la nostra società, lo sarà certamente per me, spero che lo sia anche per Spazi dell'anima. Auguri a tutti noi che il nuovo anno ci faccia scorgere tutte le opportunità di (ri) trovare valori di amicizia, solidarietà e di reciprocità in grado di farci creare e scambiare valore senza necessariamente scambiare denaro, di farci dare valore al tempo – nostro e altrui - anche quando non si trasforma in denaro ma è solo ‘vita’, ozio, dono.

 

 

Myriam Ines Giangiacomo

18 gennaio 2009