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Nella pellicola "Le conseguenze dell'amore" di Paolo Sorrentino la Mafia è intesa sia come realtà sociologica che come simbolo psichico della violenza perversa a cui l'essere umano può piegarsi. Il film ci servirà da spunto per parlare della forza e del coraggio che ci richiede l'amare. Amare, infatti, ci sensibilizza a ferite aperte, sebbene negate o anestetizzate. Questo fa sì che la pienezza del sentimento possa essere temuta e allontanata, quasi rappresentasse una forza ostile, il nemico da evitare; mentre, paradossalmente, il potere perverso fondato sulla paura, l'assoggettamento e la mistificazione della realtà violenta su cui si fonda (quale è appunto, emblematicamente, la mafia), possa apparirci, addirittura, come una salvezza.
Ciò avviene, però, fin quando potenti esigenze trasformative, in precedenza represse e sedate, non tornano a bussare alla porta della coscienza, grazie alle emozioni ed alla forza vitale dell'amore, quali che siano le conseguenze del dargli ascolto.
E' stato il tema della sera d'estate del 7 giugno.

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