Possiamo comunicare in modo virtuale, ma alla fine dobbiamo svegliarci!

Il prossimo PhiloTè da Fiorditè sarà venerdì 19 aprile sempre in Via Raffaele de Cesare 98 dalle 18,30 alle 20,30. Vieni anche tu.

"Noi siamo condizionati dai vincoli tecnologici di una comunicazione standardizzata e "routinizzata": non si tratta di un tradimento verso il progetto moderno, ma della realizzazione di alcuni suoi aspetti. Il progetto moderno è stato spesso messo in relazione con dei feticci impersonali e, per tale motivo, dobbiamo rivederne alcuni aspetti. Il prevalere di obiettivi progettuali nei confronti dell'esistenza, del cambiamento e del senso della vita, ha alterato profondamente le nostre realtà. È proprio su tale punto fondamentale che dobbiamo cercare di reimpostare un discorso sulla comunicazione. Quest'ultima dovrebbe innanzitutto riguardare le esperienze e non più i luoghi comuni, i quali sono fatti per essere criticati. Sin dalle sue origini la filosofia ci ha insegnato a partire dai luoghi comuni: Socrate, ad esempio, era un sapiente che non disprezzava il linguaggio quotidiano. Egli non si era ritirato in campagna a fare l'eremita, al contrario, viveva nella città ed interrogava le persone usando il linguaggio della città, partendo dai luoghi comuni della comunicazione per sottoporli ad una dura critica. Sotto un certo punto di vista potremmo affermare che - fin dalle origini - la filosofia si è costituita attraverso un atteggiamento di "distante prossimità" nei confronti dei luoghi comuni e delle credenze cittadine. Tale "distante prossimità" ha sviluppato un senso della critica come dimensione fondamentale della razionalità e del dialogo. In questo modo il dialogo non può più essere visto come un ideale di armonia, ma - usando un termine di moda nel dibattito contemporaneo - come una decostruzione dei luoghi comuni. Uno dei luoghi comuni maggiormente frequenti della nostra epoca, ad esempio, è quello che ci vorrebbe sempre più veloci ed efficienti ai fini della produttività. Una delle vie per criticare questo cliché consiste nel chiedersi: per quale ragione dobbiamo essere così produttivi? Che tipo di rapporto intercorre tra il principio di produttività e le nostre esistenze? Tale interrogativo dovrebbe stare al centro tanto della riflessione filosofica, quanto della nostra riflessione morale, nonché dell’etica della comunicazione tipica dell’età globale e tecnica in cui viviamo" (da una conversazione con Giacomo Marramao pubblicata in rete)
La comunicazione ai tempi di internet e dei social network, sarà al centro delle  riflessioni che faremo insieme il 19 aprile prossimo dalle 18,30 alle 20,30 ancora una volta da Fiorditè in via Raffaele De Cesare 98. L'ingresso è libero, ti aspettiamo!

A cura di: Valeria Allegretti e Myriam Ines Giangiacomo

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