Immaginare il mondo nuovo proprio mentre il vecchio è all’apice del suo disordinato sgretolamento, vedere il ponte che lega il qui e ora con il là futuro mantenendo vivi il sogno e il desiderio del futuro stesso.
Al sogno di come potrebbe e di come vorremmo che fosse il nostro quartiere nei prossimi anni, è dedicato il nostro primo World Cafè, il 28 novembre 2013, alle 20,30 allo Spazio dell'anima in Via Carlo Denina72. L'incontro è aperto a tutti e gratuito. Per partecipare inviare una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
«L'utopia sta all'orizzonte. Mi avvicino di due passi, lei si allontana di due passi. Faccio dieci passi e l'orizzonte si allontana di dieci passi. Per quanto cammini, non la raggiungerò mai. A cosa serve l'utopia? A questo: serve a camminare». Eduardo Galeano, Diccionario del Nuevo Orden Mundial
Ernst Bloch, filosofo tedesco del secolo scorso, sosteneva che speranza e utopia sono elementi essenziali dell'agire e del pensare umano.
«Intraprendendo la costruttiva via della fantasia, invocando ciò che non c'è ancora, cercando e costruendo nell'azzurro il vero, il reale, là dove il puro dato di fatto scompare - incipit vita nova».
(E. Bloch, Spirito dell'utopia)
Per Bloch, l’utopia è del tutto razionale, intendendola come prefigurazione del possibile, del ciò che non è ancora ma anche di ciò che si vorrebbe fosse e che è possibile sia; è realista in quanto “utopia concreta” di “nuovo possibile”; è materialista nel senso neoaristotelico di materia in cerca di forma.
L’utopia sembra quindi sorgere quando come diceva Gramsci: “il vecchio muore e il nuovo non può nascere” , quindi in tempi di transizione quale quello che stiamo vivendo.
L’utopia “non è fuga nell’irreale; è scavo per la messa in luce delle possibilità oggettive insite nel reale e lotta per la loro realizzazione”, un pensiero del ciò che potrebbe e dovrebbe essere che oppone l’ottimismo della volontà nel fare ciò che sembra comunque possibile, anche se non facile, a un comodo e passivo pessimismo. E’ questa una “posizione anticipatrice” ovvero immaginare il mondo nuovo proprio mentre il vecchio è all’apice del suo disordinato sgretolamento, vedere il ponte che lega il qui e ora con il là futuro mantenendo vivi il sogno e il desiderio del futuro stesso. Senza sogno non c'è progetto.
Al sogno di come potrebbe e di come vorremmo che fosse il nostro quartiere nei prossimi anni, è dedicato il nostro primo World Cafè, il 28 novembre 2013, alle 20,30 allo Spazio dell'anima in Via Carlo Denina72. L'incontro è aperto a tutti e gratuito.