#SDGspertutti: 13 - Lotta contro il cambiamento climatico

 

Adottare misure urgenti per combattere il cambiamento climatico e le sue conseguenze": è il contenuto dell’Obiettivo 13.

Si è appena conclusa a Madrid la Cop 25, ovvero il 25° incontro organizzato dall'ONU sul tema del cambiamento climatico che è anche uno degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’ONU, nello specifico l'obiettivo 13, "Lotta contro il cambiamento climatico".

Purtroppo nonostante l'attenzione dei cittadini, in tutto il mondo, sia sempre più viva su questo tema, i rappresentanti dei 200 Paesi presenti non hanno preso nessuna iniziativa veramente rilevante per invertire la rotta che ci sta portando sempre più velocemente verso delle alterazioni irreversibili e molto pericolose per la vita pacifica sulla Terra.

Il cambiamento climatico in corso è la più grande emergenza del momento attuale e sta mobilitando energie dovunque nel mondo, catalizzando la protesta dei giovani e dei giovanissimi oltre che di coloro che, come noi, hanno a cuore la Terra e la buona vita per tutti.

Noi siamo state, quando possibile, alle manifestazioni romane dei #FridaysforFuture e abbiamo partecipato a diverse campagne social insieme a tante altre aziende nel mondo appartenenti al movimento delle B Corporation di cui la nostra impresa, Bottega filosofica, fa parte. In occasione della Cop 25, insieme ad altre 533 B Corp abbiamo preso un impegno preciso a diventare carbon neutral prima del 2030 e a sollecitare i nostri clienti e il nostro network in questa direzione.

I governi non si stanno assumendo le responsabilità che dovrebbero per la drastica riduzione delle emissioni di CO2 che surriscaldano il Pianeta. Noi cittadini possiamo, però, adottare da subito, se già non lo facciamo, comportamenti più consapevoli e responsabili per contribuire, per quanto sta in noi, a questo obiettivo così strategico per il futuro nostro e dei nostri figli.

Alcuni di questi comportamenti li vogliamo ripetere e commentare criticamente, in breve qui, per tenerli sempre a mente perché, come dice una mia amica, «non siamo mai salvi una volta per tutte» (leggi: ogni risultato richiede una pratica costante e una disciplina rispetto alle quali non si può abbassare la guardia).

Eccoli:

  • Consuma più alimenti di origine vegetale riducendo il consumo di carne. L’allevamento intensivo è certamente causa di aumento delle emissioni ma anche il consumo di certi alimenti vegetali, che   magari vengono da lontanissimo, come la quinoa per esempio, oltre ad aver provocato la loro coltivazione estesa - a scapito delle coltivazioni variate e tradizionali in Sudamerica - e aumentato significativamente il suo prezzo - rendendo inaccessibile un alimento che era alla base del sostentamento dei contadini - impattano sicuramente per il trasporto da così lontano. La quinoa, come la soia,  sono degli esempi e li usiamo qui come pretesto per suggerire una visione più sistemica e meno ideologica di quella che spesso osserviamo. Quindi riduciamo certamente il consumo di carne ma a vantaggio di alimenti - legumi e verdure – prodotti sul nostro territorio in maniera sostenibile.
  • Scegli prodotti sfusi o con imballaggi sostenibili. Implicitamente questo richiede di disertare il supermercato e di riscoprire i negozi di prossimità, i mercati rionali e i mercati contadini che sono sempre più diffusi. Qui sicuramente non abbiamo imballaggi di polistirolo e, in generale, gli imballaggi di plastica sono in misura molto ridotta. I vantaggi indiretti saranno: maggiore scelta, più coerenza dei nostri consumi con la disponibilità stagionale, forse qualche rapporto umano in più. Certo bisognerà trovare il tempo di frequentare questi luoghi che non sono disponibili con un orario prolungato - anche h24/7gg come stanno diventando molti supermercati - e questo può richiedere una piccola rivisitazione della nostra agenda ma quello che ce ne verrà è un gran bene.
  • Pianifica i tuoi viaggi e ….. vola solo se non hai alternative. I voli aerei sono responsabili di una quantità di emissioni molto significativa. Anche in questo caso si tratta di aumentare la nostra consapevolezza e magari di riscoprire il nostro meraviglioso territorio italiano a scapito di mete esotiche che, paradossalmente, spesso risultano anche meno costose. Si tratta di sviluppare una maggiore autonomia di pensiero e di sganciarsi da mode, luoghi comuni e stereotipi ma anche di rallentare, forse, e di nutrire la nostra curiosità (ri) appassionandosi alla ricerca e alla progettazione del nostro viaggio, imparando a valutare le alternative con parametri che tengano conto anche dell’impronta ecologica delle nostre scelte. Anche questo con qualche beneficio secondario per il nostro spirito. Mi viene in mente un piccolo aneddoto. Quando ero giovane avevo un amico, un sacerdote tedesco anche un po’ avanti negli anni, che viveva in Italia e che, quando rientrava in Germania, lo faceva sempre viaggiando in treno. Allora non c’era l’alta velocità e più di mille chilometri richiedevano ancora molte ore. Una volta gli chiesi perché facesse un viaggio così faticoso quando poteva certamente prendere un aereo. La sua risposta fu pronta e indimenticabile: «Viaggio in treno perché così il mio corpo arriva a destinazione nello stesso momento in cui arriva il mio spirito». Nella nostra frenesia, nelle possibilità enormemente aumentate per noi cittadini occidentali del nostro tempo, spesso non diamo più alcuna importanza al viaggio in quanto tale, questo diventa solo un fastidioso intermezzo tra un luogo e un altro. Non abbiamo interesse per il viaggio in sé – né del corpo né, tantomeno, dello spirito -, ciò che conta è solo arrivare, il più presto possibile.
  • Valuta di utilizzare energie da fonti rinnovabili. E, soprattutto, di utilizzarne meno, di energia. Non credo infatti che possiamo farcela davvero solo modificando i processi di produzione dell’energia, penso sia assolutamente necessario che smettiamo di sprecarne o di consumarne troppa senza senso. È proprio necessario, per esempio, tenere le nostre case, i nostri uffici a una temperatura da frigorifero tale da richiedere golfini e trapuntini anche in piena estate? O, viceversa, avere i caloriferi ‘a palla’ in inverno per il piacere un po’ sciocco di girare per casa in t-shirt? Per non parlare dell’uso dell’auto anche per brevi tragitti in città intasatissime. E inoltre, il più delle volte, siamo gli unici passeggeri. Con un piccolo sforzo – molto più grande quello necessario per cambiare abitudini – possiamo avere vantaggi per la salute fisica, per quella mentale (ormai è appurato che camminare fa bene anche alla mente, non solo al corpo) e per il portafoglio, oltre che per il Pianeta. E magari ci scappa anche la possibilità di instaurare nuove relazioni, conoscere persone, scambiare idee. Tutte cose che sembra contribuiscano significativamente alla felicità umana.
  • Scendi in piazza e condividi il messaggio. E anche se non lo hai fatto, per tutto il resto, è il momento di non delegare. Nessuno infatti può fare la nostra parte al nostro posto. E' una 'guerra' che facilmente possiamo vincere se ciascuno ci mette un po' di se stesso, mentre non ha la minima possibilità di essere vinta se la si delega solo all'ONU, allo Stato, alle imprese e a tutti quelli che ci sembra siano sopra di noi. Infatti, anche se si raggiungessero i migliori accordi possibili sui cambiamenti climatici e tutte le imprese si convertissero da sole a un'economia sostenibile, ma le persone non si volessero impegnare anch'esse in un cambiamento, la perderemmo, la 'guerra'. Per contrastare il cambiamento climatico dobbiamo, quindi, impegnarci tutti, tutti i giorni senza sconti, senza negligenze e senza distrazioni. E con coerenza.

Sappiamo che cambiare ed essere coerenti, conoscere, approfondire per scegliere consapevolmente, è una faticaccia ma ne vale davvero la pena!

Come scrive in un articolo recente Grammenos Mastrojeni, Vice Segretario Generale per l’Energia e l’Azione Climatica dell’Unione del Mediterraneo «il prezzo che ci si chiede di pagare è anomalo, consiste in un immediato aumento della qualità delle nostre vite. La chiamata della natura è a un rinnovamento dei valori dal basso, da parte del pubblico generale, su cui si potrà innestare a catena un ciclo virtuoso di miglioramento a tutti i livelli. Ma non è una chiamata alla rinuncia. È un appello a un "uomo economico" diverso da quello che perseguiva solo il profitto anche contro la propria soddisfazione: l'autore delle derive catastrofiche cui andiamo incontro. La natura chiede semplicemente un uomo ragionevole - al posto di quello 'economico' -, veramente razionale, che sa come fare per massimizzare la propria soddisfazione. Perché la vera soddisfazione dei veri bisogni dell'essere umano è sempre sostenibile. In pratica, non c'è nessuna azione utile per ristabilire l'equilibrio umano e naturale che richieda un vero sacrificio mentre tutte, al contrario, comportano un miglioramento della qualità della vita».

 

 

 

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