“Conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile". Questo il contenuto dell’obiettivo 14 dell’agenda 2030 dell’ONU.
“Conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile". Questo il contenuto dell’obiettivo 14 dell’agenda 2030 dell’ONU.
I mari, gli oceani sono fondamentali per la vita. Creano il 50% del nostro ossigeno. Forniscono cibo a miliardi di persone. Sono la fonte di tutta la vita. Se ci si preoccupa di qualsiasi altro problema, bisogna preoccuparsi degli oceani perché gli oceani influenzano ogni altro problema.
Se non ci sembra possibile, basta guardare, ad esempio, questo video sorprendente .
Il mare è l’elemento del nostro ambiente naturale di cui ci prendiamo meno cura, eppure il 70% del nostro pianeta è costituito da oceani e mari e questi costituiscono l'aspetto forse più importante del nostro ambiente naturale, perché se riusciamo a reintegrarli in uno stato di salute possono fornire cibo e ossigeno, possono sequestrare l’anidride carbonica dall'atmosfera e forniscono molti benefici a livello mentale e spirituale. Tutti abbiamo sperimentato il benessere ricevuto da una giornata trascorsa sulla spiaggia a guardare il mare infinito o quello procurato, a costo zero, da una nuotata ristoratrice.
Il motivo per cui gli oceani sono così poco considerati è, probabilmente, che sono davvero poco conosciuti e compresi. Sono così vasti e misteriosi... così astratti e complessi…………
Ma come influiscono gli esseri umani sulla vita dell’oceano?
Sicuramente peschiamo molto, troppo. Con le pratiche di pesca industriale che così tanto alterano le proporzioni tra chi pesca e ciò è pescato, ormai l’uomo ha pescato più dell'80% dei grandi pesci nell'oceano. Nel Mediterraneo, il mare che conosciamo e sfruttiamo noi Italiani, abbiamo pescato il 93% dei pesci!
Abbiamo anche scaricato molta plastica nell'oceano. La plastica non si distrugge per mille anni, quindi vive nell'oceano per molte, molte generazioni. A causa della pesca eccessiva e dell'aumento dell'inquinamento da plastica, tra 25 anni ci sarà più plastica che pesci, nell'oceano. È un pensiero orribile, ma è vero.
Fortunatamente le soluzioni sono semplici: ci sono molte alternative naturali alle microsfere di plastica nel dentifricio o nello scrub per il viso e non abbiamo bisogno di comprare cibo sistematicamente avvolto nella plastica, non abbiamo bisogno di cannucce o di tazzine da caffè di plastica da buttare e non c’è motivo per continuare a consumare quantità esagerate di acqua imbottigliata nella plastica.
Il disastro ambientale della plastica nei mari è solo frutto della pigrizia di miliardi di persone e può essere superato con una sana dose di innovazione tecnologica e industriale e di volontà politica.
Per questo dobbiamo cambiare le nostre abitudini, per evitare che la plastica finisca nel mare, e dobbiamo fare pressione sui governi perché intervengano e si assicurino che chi inquina paghi e che il riciclo sia, in qualche modo, ricompensato così da renderlo sempre più attrattivo.
E dovremmo anche sostenere l’affermazione della cosiddetta ‘blue economy’ puntando su start-up sostenibili e innovazioni in grado di essere replicate facilmente per risolvere le grandi sfide dell'oceano.
Per fare questo, però, bisogna uscire dalla nostra pigrizia, essere curiosi, conoscere, farci stupire e appassionarci all’innovazione nelle tecnologie e nei comportamenti così da generare un circuito virtuoso.
Ecco alcuni esempi di innovazioni recenti e replicabili che possono portare grandi benefici per la tutela degli oceani.
Sapete, ad esempio, che l'allevamento di frutti di mare, chiamato acquacoltura, fornisce la metà di tutti i frutti di mare consumati a livello globale, e se fatto bene può ridurre significativamente la pressione sulla pesca e avere enormi benefici per le nostre economie oceaniche e costiere?
O che i prodotti bioplastici potrebbero aiutare a risolvere l'inquinamento da plastica dell'oceano, migliorare la nostra salute e anche essere gustosi, come, per esempio i cucchiai commestibili di Bakey's, una piccola azienda in India, che sono disponibili in diversi gusti: salato, dolce o base.
Ancora, il New York Times ha pubblicato una serie di incredibili video in realtà virtuale di immersioni sotto i ghiacci dell'Antartide, un luogo che la maggior parte delle persone non visiterà mai. La realtà virtuale può consentire alle persone di sperimentare gli ambienti oceanici estremi in modo personale e potrebbe diventare uno strumento chiave per avvicinarci all’oceano, per conoscere i fragili habitat oceanici e sentirci connessi a loro e più responsabilizzati della loro sopravvivenza.
Un team norvegese ha vinto un concorso internazionale per tecnologie di pesca selettiva sviluppando un cannone ad aria che lancia una rete in una rete da pesca più grande per campionare le dimensioni e il tipo di pesce prima che venga pescato. I pescatori possono così utilizzare il campione per decidere se vogliono pescare quel pesce o meno. Questo consente loro di aumentare la propria efficienza e di ridurre l’uccisione accidentale di specie marine non adatte al consumo alimentare.
Esistono piattaforme che mettono in contatto gli chef e i consumatori di pesce e frutti di mare con i piccoli pescatori locali e la loro pesca. Questo nuovo/vecchio modello di pesca sostiene le comunità locali tagliando fuori grandi aziende internazionali di trasformazione del pescato e i pescatori industriali ricucendo un rapporto diretto con i pescatori locali e orientando la scelta sul pesce e sui frutti di mare più sostenibili che essi catturano.
E da ultimo anche i servizi igienici possono contribuire alla salvaguardia degli oceani e alla loro rigenerazione. Infatti il 96 per cento dei luoghi che vedono la presenza sia di persone che di barriere coralline hanno un problema di inquinamento dalle acque di scarico che creano un cocktail tossico sia per gli ecosistemi che per la salute umana. Risolvere il problema può essere anche un'enorme opportunità economica. Uno spin-off del MIT Sanergy, in Kenya, sta mostrando il sorprendente valore dei rifiuti umani attraverso la fornitura di servizi igienici in franchising, raccolta dei rifiuti e loro conversione in prodotti di valore come i fertilizzanti.
Con un po’ di curiosità e interesse possiamo trovare notizia di migliaia di piccole e grandi innovazioni che possono contribuire in maniera molto significativa al recupero e alla conservazione della salute dei mari e degli oceani e sostenerle e sentirci da queste rafforzati anche nei piccoli gesti positivi quotidiani – come l’acquisto di pesce locale da pesca sostenibile, la riduzione più ampia possibile della plastica nella nostra vita, la riduzione dei rifiuti in genere, una fruizione rispettosa del mare e della spiaggia – facendoci sentire parte della Terra come sistema vivente che respira al ritmo delle onde del mare.