#SDGspertutti: 9 - Imprese, innovazione, infrastrutture


Costruire una infrastruttura resiliente e promuovere l'innovazione ed una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile". E' quanto ci dice l'Obiettivo 9 dell’Agenda 2030 dell’ONU. 

Costruire una infrastruttura resiliente e promuovere l'innovazione ed una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile". E' quanto ci dice l'Obiettivo 9 dell’Agenda 2030 dell’ONU

Come è noto a chi ci legge, Bottega Filosofica è impegnata in prima persona a contribuire alla realizzazione di questo obiettivo attraverso tutti i nostri servizi di formazione, coaching e facilitazione e, in particolare, attraverso le nostre consulenze alle imprese anche per l’avvio di nuove imprese. In quanto società benefit e B Corp certificata, promuoviamo e contribuiamo a realizzare business e innovazione sostenibili. Per approfondire la conoscenza di come si realizzi questo nostro impegno rimandiamo, oltre che ai nostri siti, al nostro blog e alla newsletter Pensare B.

Nella nostra peculiare esplorazione dei diversi obiettivi dell'Agenda 2030, come è ormai consuetudine, la nostra attenzione va a come poter contribuire come individui a questo obiettivo.

Sappiamo - per averli esplorati finora – cosa significano per noi i concetti di  equità, responsabilità e sostenibilità, ci sembra ora interessante riflettere su cosa fa di noi delle persone capaci di innovare. Questo perché immaginiamo che ciascun* possa portare questa mentalità in tutti i contesti pubblici e privati in cui opera a livello personale o professionale.

Jeff Dyer, Hal Gregersen e Clayton M. Christensen, docenti dell’INSEAD e della Harvard Business School,  in “The Innovator’s DNA”,analizzando i risultati di una ricerca svolta su un database di ca. 5.000 profili di innovatori, individuano le 5 capacità che, a loro parere, compongono il DNA degli innovatori radicali (disruptive innovators).

La prima, e più importante, è la capacità di associare elementi diversi. Le altre sono la capacità di porre e porsi domande, la capacità di osservare, quella di fare rete e quella di sperimentare.

La capacità di associare – ovvero l’abilità di fare connessioni originali e sorprendenti tra conoscenze, settori, componenti, materiali, usi, ecc. – è una capacità frequentemente data per scontata ma che rappresenta la finalità implicita con cui vengono esercitate le altre capacità identificate come cruciali.

Scriveva Steve Job «Creatività è connettere le cose. Se tu chiedi alle persone creative come fanno, loro si sentono un po’ in colpa perché in realtà non lo fanno intenzionalmente, semplicemente hanno visto qualcosa e sono stati abili a connettere le esperienze che hanno avuto sintetizzandole in cose che prima non esistevano». In questo senso gli innovatori ‘pensano differente’.

Quando la mente attivamente assorbe nuova conoscenza, lo fa per innescare connessioni tra idee (creando una rete più ampia di connessioni neuronali) e lavora per sintetizzare nuovi input. Di conseguenza, il ‘muscolo’ della capacità associativa può essere sviluppato attraverso la pratica attiva del porsi domande, dell’osservare, del fare rete e dello sperimentare. Trovare la giusta domanda, condurre osservazioni appassionate, parlare con persone diverse e sperimentare nel mondo le proprie idee, in genere consente ‘insights’ associativi importanti e produttivi.

Porsi le giuste domande era considerato cruciale da Albert Einstein che addirittura scrive: «La formulazione di un problema è spesso molto più importante della sua soluzione». Per gli innovatori il porsi domande non è un esercizio intellettuale ma, piuttosto, un modo di vivere. Loro mettono costantemente in questione la saggezza comune sfidando convinzioni, convenzioni, limiti e confini.

Molti innovatori sono intensi osservatori, guardano il mondo intorno a sé, fanno attenzione a ciò che funziona ma, ancora di più, a ciò che non funziona e sono particolarmente sensibili al notare come persone in un ambiente diverso abbiano trovato soluzioni diverse – spesso migliori – per risolvere un problema. In tal modo cominciano ad allacciare fili tra elementi normalmente non connessi e questo produce idee, in tutti i campi, non comuni. In genere le loro osservazioni coinvolgono tutti i sensi e spesso sono innescate da domande ‘irresistibili’.

Pensare ‘outside the box’ richiede saper collegare idee del nostro campo di conoscenza con quelle di altri che operano in campi diversi, fuori dalla nostra sfera di interesse. Per questo gli innovatori escono frequentemente dal proprio contesto abituale per incontrare persone che hanno background e culture differenti. Il principio base del ‘networking delle idee’ –completamente diverso dal semplice networking tra le persone – è costruire un ponte tra la propria area di conoscenza e altre molto lontane, interagendo con qualcun* con la/il quale, nella nostra abituale rete di conoscenze, non interagiamo.

Gli innovatori, inoltre, sperimentano attivamente le loro nuove idee creando prototipi e lanciando test pilota ma oltre questo provano nuove esperienze, innescano nuove abitudini, ‘smontano’ prodotti e processi alla ricerca di nuovi dati che possono far scaturire una nuova idea. I buoni innovatori hanno capito che fare domande, osservare e creare nuove reti di persone e di idee, ci forniscono dati sul passato (cosa è stato) e sul presente (cos’è), ma solo sperimentare genera informazioni su cosa potrebbe funzionare nel futuro. E’ il miglior modo per rispondere alla domanda what if (cosa accade se…) quando stiamo cercando nuove soluzioni.

Queste capacità sono quelle che ci servono per immaginare il futuro e cominciare a costruirlo.

Sia che si tratti di un nostro percorso individuale sia che si estenda, attraversando sistemi sempre più grandi e complessi fino all’intero Pianeta, si tratta sempre di capacità che vanno coltivate, allenate, da tutt* noi, singole persone, in maniera diffusa a tutte le latitudini e in tutte le età.

A questo proposito, scrivono gli autori in un articolo sulla Harvard Business Review: "Immaginate di avere un gemello identico, dotato della vostra stessa intelligenza e delle vostre stesse capacità naturali. Avete entrambi a disposizione una settimana per escogitare una nuova idea imprenditoriale. In quella settimana sfornate idee da soli nella vostra stanza. Il vostro gemello invece (1) parla con dieci persone tra cui un ingegnere, un musicista, un padre casalingo e un design della sua idea imprenditoriale. (2) Visita tre start-up innovative per osservarne i processi, (3) crea cinque prototipi di prodotti 'nuovi per il mercato', (4) mostra uno dei prototipi a cinque persone, (5) pone le domande "Che cosa pensate accadrebbe se provassi a lanciare questo prodotto?" e "Perché lo pensate?" almeno dieci volte al giorno durante questa attività di networking, osservazione e sperimentazione. Secondo voi chi dei due escogiterà l’idea più innovativa (è più fattibile)?

Gli studi sui gemelli omozigoti separati alla nascita, indicano che la capacità di pensare creativamente deriva per un terzo della conformazione genetica ma per due terzi la capacità di innovazione deriva dall’apprendimento. Si tratta di familiarizzare con una determinata competenza e poi esercitarla, sperimentare e, infine, acquisire fiducia nelle proprie capacità di creare".

Le capacità identificate come 'DNA' delle persone capaci di fare innovazione, sono quelle che hanno consentito al genere umano di sopravvivere e di arrivare sin qui.

Sono quelle che ci consentono oggi e ci consentiranno, non solo di innovare in tutti i settori, di fare impresa in maniera nuova, equa, sostenibile e inclusiva e di realizzare infrastrutture in grado di utilizzare con maggiore efficienza le risorse e di adottare, in misura sempre maggiore tecnologie pulite e rispettose dell'ambiente, ma in generale, di  affrontare con successo tutte le grandi sfide che si pongono agli umani del XXI secolo.

E si possono imparare.


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