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Le parole del lavoro (e non solo)

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"Conoscere il significato delle parole che si utilizzano quotidianamente nel mondo del lavoro - ma non solo - vuol dire riappropriarsi del senso più autentico del proprio agire; e vuol dire scoprire che ogni parola non corrisponde a una semplice convenzione codificata ma ha una sua storia, spesso sorprendente" (dalla quarta di copertina di Nuove parole del manager di Francesco Varanini). Ogni cosa può essere detta (e pensata) solo ricorrendo alle parole. Porre attenzione alle parole significa porre attenzione al senso, guardando da vicino, dentro, dietro e intorno alle parole che diciamo, spesso senza più "pensarle" consapevolmente. Esse sono diventate meri luoghi comuni così che molto raramente ci soffermiamo a chiederci cosa vogliono dire davvero quelle parole per noi, quali implicazioni hanno, da dove vengono e cosa evocano. Quanta ambivalenza contengono e quali sono i significati che a quei termini vengono attribuiti dagli altri all'interno del nostro contesto abituale ma anche all'esterno di questo. E' esperienza condivisa di chi opera all'interno delle organizzazioni quella di non trovare più parole per dire cose nuove. Le parole sono tutte logore, tutte così già usate, abusate, forzate, stirate, consumate da non riuscire più ad avere nessun potere evocativo né interrogativo. Non ci sono più domande, dentro le parole. Talvolta viene il sospetto che non ci siano più pensieri tout court. Tutto sommerso e annegato in grande blablabla che non ci dice più nulla né sulle cose, né sul loro senso. "Eppure io credo che si ci fosse un po' più di silenzio, se tutti facessimo un po' di silenzio forse qualcosa potremmo capire" dice Roberto Benigni nel finale del film La voce della luna di Federico Fellini. Questo laboratorio si prefigge proprio questo: "fare un po' di silenzio", darci il tempo della riflessione anche individuale per capire le parole che usiamo, quelle che dicono la nostra vita, per ritrovare significati che conosciamo e scoprirne di nuovi e nell'ambivalenza e nell'ambiguità delle diverse accezioni comuni o individuali restituire alle parole che narrano la nostra esperienza di lavoro (e non solo) il loro potenziale evocativo di pensieri, di emozioni, di senso. Lavorando sull'etimologia, sui significati delle parole, sui concetti ai quali rimandano, sulle esperienze che evocano, sullo spazio di "scarto" che si rivela tra questi e tra gli "scarti" dei luoghi comuni, ri-significare parole e concetti e dare loro nuova ricchezza di senso e potenzialità di lettura per il nostro agire.

A cura di: Myriam Ines Giangiacomo
Quando: 8 incontri mensili dal 5 novembre 2012 al 3 giugno 2013 il lunedì alle 20,30 Quota Partecipazione: 160 euro pagabili in 2 rate + quota associativa annuale
Dove: presso lo Spazio dell'anima Consigliato a: imprenditori, professionisti, manager e quadri
Numero partecipanti max: min. 8 max. 15 Scadenza iscrizione: entro fine ottobre 2012
Per informazioni: info@spazidellanima.it e tel 06/7842819 Iscriviti
   
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