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FilosoFare è Partecipare: Ci sono cose che non si possono comprare ...... o no? I paradossi dell'iperconsumo

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Gaber
Szymborska
Marcuse

Il 1° luglio si è tenuto il nostro 5° e penultimo incontro. Anche in questo un tema che ci riguarda in prima persona e che ci richiama alle nostre responsabilità collettive e individuali. Abbiano iniziato con l'ascolto di una canzone di Gaber, L'obeso, che abbiamo voluto utilizzare come metafora di qualcosa che a volte ci sfugge di mano. Il dialogo ha subito preso il via in maniera polifonica perchè il tema ha coinvolto davvero tutti tra l'aspirazione a manifestare anche esteticamente la propria identità e la sua paradossale perdita nel momento in cui la cultura consumistica in cui siamo immersi riduce la nostra capacità di operare scelte libere da condizionamenti. Ma sarà solo da imputare al nostro modello di sviluppo economico o c'è qualcos'altro a cui fare attenzione? La lettura di un passo dalla Prefazione politica 1966 a Eros e civiltà di H. Marcuse, testo che si consiglia di ri - leggere nella sua interezza. Ma la cultura dell'iperconsumo produce anche altri effetti paradossali che potrebbero non essere negativi. La personalizzazione spinta dell'offerta restitusce al consumatore forza e autonomia e l'eccesso di beni disponibili e il martellamento della pubblicità, combinati con gli effetti delle crisi molteplici e concomitanti che stiamo vivendo, producono quasi un senso di soffocamento che spinge molti a una nuova, consapevole, sobrietà e autodeterminazione nei consumi. L'incontro si è chiuso con la lettura di due poesie di W. Szymborska, Tutto e Contributo alla statistica. Testi per casa mono-autore, ancora H. Marcuse.
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