Sempre cercando di coniugare densità e leggerezza, un'altra proposta di gioco: prendendo spunto da uno del classici del pensiero creativo, "Sei cappelli per pensare" di Edward De Bono, cercheremo di "indossare un cappello" diverso da quello che ci è più familiare, da quello che indossiamo nella maniera più inconsapevole. Un modo per sperimentare il guardare le cose da un punto di vista diverso. Un piccolo, umile passo sul sentiero dell'incontro con l'Altro, un tentativo minimo e, perchè no, anche un po' autoironico, di mettersi alla prova verso l'acquisizione di quella capacità di dialogo che Paul Ricoeur chiama “l’ospitalità dell’altro con le sue convinzioni”. "È nel conflitto delle interpretazioni - afferma, infatti, Ricoeur - che può avvenire uno scambio posto sotto il segno di un'etica della discussione. L'interpretazione, infatti, non è mai un atto solitario, ma sempre dialogico. È un problema morale, oltre che epistemologico: bisogna saper rispettare l'interpretazione degli altri". Il 30 gennaio alle 20,30 allo Spazio dell'anima.
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Quota di partecipazione 5 € soci, 10 € non soci.
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